Comunicati Stampa | 01 Luglio 2016

UN SISTEMA CHE SI MUOVE, CONDIVIDE E SI UNISCE

L'Assemblea Annuale di Assomac ha riunito gli attori della filiera moda pelle e calzature.

Un sistema che si muove, condivide e cerca punti di incontro e collaborazione per affrontare le sfide del mercato: è l'immagine che emerge dall'Assemblea Annuale di Assomac, alla quale sono intervenuti gli attori della filiera moda pelle e calzature che hanno discusso e si sono confrontati  all'interno di un dibattito dal titolo "La forza e il valore del sistema Italia nel mondo: lavorare insieme per crescere".

"La sfida dei prossimi anni risiede in una logica di sistema: è necessario collaborare e fare sistema per essere competitivi - afferma Gabriella Marchioni Bocca, presidente di Assomac. Rappresentiamo un settore importante. La consapevolezza di ciò ci impone in qualche modo di restare uniti e agire assieme, a tutti i livelli. Un compito arduo ma non impossibile se si continua a guardare tutti nella stessa direzione".

L'auspicio della presidente di Assomac è stato accolto anche dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che, a conclusione dell'assemblea, ha sottolineato come le imprese italiane debbano reagire e non resistere alle sfide del mercato. La reattività passa anche dalla collaborazione e da una profonda sinergia su progetti che coinvolgano l'intera filiera, con percorsi strategici per la creazione di una visione comune sul futuro e soprattutto per intercettare al meglio e in anticipo le richieste del mercato. L'obiettivo ultimo deve essere, quindi, lavorare fianco a fianco nell’ambito di specifiche iniziative e cooperare in maniera fattiva e determinata, facendo i conti con le proprie potenzialità e rendendo le associazioni di categoria da trincee a vere avanguardie.

Dopo l'intervento dello scenarista Giuliano da Empoli, che si è focalizzato sulle prime reazioni al caso Brexit e su come il risultato rifletta quanto le società siano alla ricerca di avere un sempre maggiore controllo sul proprio destino per rispondere ai cambiamenti del contesto globale in cui vivono, il giornalista Antonello Piroso ha moderato un dibattito al quale sono intervenuti anche Roberto Briccola - presidente Mipel, il Cav. del lavoro Giancarlo Dani - consigliere UNIC, Roberto Luongo - direttore generale ICE Agenzia e Andrea Tomat - presidente Lotto Sport Italia e Stonefly.

Dal dibattito è emerso con forza come fare squadra rappresenti oggi un grande valore ma, come ha sottolineato anche Roberto Briccola - presidente Mipel, è necessario anche valorizzare al massimo il proprio brand e saper fare un buon prodotto, in modo da essere sempre competitivi anche in un contesto globale in evoluzione.

In questo senso sono determinanti le nuove tecnologie e la risposta veloce delle aziende ai grandi temi di interesse internazionale, come quelli legati alla sostenibilità e al risparmio energetico.

Come emerso da più parti, la produttività è alla base della competitività delle aziende italiane, ma la grandezza dell'Italia sta nell'essere efficiente e nella capacità di evolversi da produttori a imprenditori, divenendo "grandi" pur rimanendo "piccoli", anche grazie ad una politica europea che dia una visione e che sia pragmatica, con regole snelle e trasparenti. É necessaria una politica industriale che aiuti il sistema a essere leader nel mondo, attraverso l'innovazione, nonché attraverso la capacità di adattamento degli imprenditori, come ha sottolineato Andrea Tomat - presidente Lotto Sport Italia e Stonefly.

Uno sguardo più internazionale è stato dato da Roberto Luongo - direttore generale ICE Agenzi,a che ha sostenuto come valorizzare i punti di forza di ciascuna azienda  non basti per rimanere competitivi a livello globale. Occorre puntare sull'export, che è la vera forza del sistema Italia, e consolidare la presenza delle imprese all'estero, con azioni efficaci e durature nel tempo.

Elementi altrettanto determinanti sono la formazione e il ricambio generazionale, che valorizzi il patrimonio storico e artigianale che ha reso le imprese italiane delle vere eccellenze a livello internazionale. Come ha sottolineato anche il Cav. del lavoro Giancarlo Dani - consigliere UNIC, è importante che le imprese diventino sempre più manageriali, per affrontare con forza gli shock del  mercato e la crisi economica che fa sentire ancora i suoi effetti. Ma occorre rimanere imprese in cui si respiri ogni giorno la storia che le ha rese grandi e in cui si condividano i valori che hanno fatto del brand un esempio vincente di manifattura.

L'Assemblea è stata l'occasione anche per presentare una fotografia del settore che registra nel 2015, dopo un biennio più che positivo, una battuta d’arresto, vedendo crescere complessivamente la produzione del solo 1,93%, al di sotto quindi del tasso fatto registrare nel 2014 pari al 9,56%, ma che rappresenta comunque più di due volte il tasso di crescita dell’economia italiana.

A trainare la crescita dell'ultimo anno sono state soprattutto le esportazioni, vero punto di forza e quota di fatturato più importante nel bilancio del settore, in crescita per il terzo anno consecutivo: l’export complessivo, includendo anche le macchine per il sintetico e altri macchinari, ha fatto registrare un tasso di incremento del 2,28%, anch’esso inferiore ai tassi degli anni precedenti.

Per quanto riguarda le aree geografiche di destinazione delle esportazioni del settore, si rileva che, dopo anni, anche in Europa Occidentale si sta tornando ad investire nella tecnologia per la conceria, la calzatura e la pelletteria. Nel 2015 tale mercato ha rappresentato rispettivamente il 15,15% delle esportazioni di macchine per conceria, il 23,28% delle macchine per calzature e il 40,94% delle macchine per pelletteria.

Crescenti anche le esportazioni in Centro-Nord America, anche se tale area si colloca al quinto posto nelle destinazioni dell’export del settore delle macchine pelle-calzature e quindi i tassi di incremento, anche se significativi, sono in alcuni casi legati a volumi relativamente piccoli.

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