Comunicati Stampa | 03 Marzo 2016

TECNOLOGIA CALZATURIERA, PELLETTIERA E CONCIARIA ANCORA IN CRESCITA

Continua la crescita export oriented per il settore, che punta a registrare il terzo aumento annuale consecutivo

Tecnologia, nicchie di produzione, innovazione e ricerca, ma soprattutto mercati internazionali. Sono queste le indicazioni che emergono dai dati diffusi dall’Ufficio Studi Assomac relativi alle esportazioni gennaio-novembre 2015 dell’industria delle macchine per calzature, pelletteria e conceria.

Un primo dato che emerge è l’ennesimo aumento che le esportazioni del settore fanno registrare. Dopo un 2012 negativo, sia il 2013 (+15%) che il 2014 (+11%) avevano fatto registrare aumenti che si confermano anche per il 2015 con segno positivo, sebbene non con la stessa intensità. L’aumento fatto registrare nei primi undici mesi del 2015 è, infatti, pari all’1,7%, inferiore al tendenziale degli anni precedenti, dato che risente appunto dei forti aumenti degli anni scorsi.

In prospettiva, l’aumento seppur contenuto del 2015 rappresenta un risultato positivo proprio per il fatto di essere il terzo aumento consecutivo e per il fatto che il tendenziale durante l’anno è andato negli ultimi mesi migliorando. Dopo un primo semestre sotto tono, la situazione è sostanzialmente migliorata, riportando l’export complessivo al segno positivo e soprattutto registrando una minore contrazione della meccanica conciaria (-4,7%) e una decisa accelerazione delle vendite estere per l’industria calzaturiera (+12,3%).

Il risultato complessivo (includendo anche le macchine per calzature sintetiche e altri macchinari) è di un export che raggiunge, nei soli 11 mesi del 2015, la soglia di 390 milioni di euro che, se dovesse confermarsi la crescita dell’ultimo periodo, potrebbe facilmente sfondare i 430 milioni di euro, dopo il record dei 422 milioni raggiunto lo scorso anno.

Rispetto allo scorso anno, la crescita nelle esportazioni che sembra confermarsi anche per il 2015 è caratterizzata da una minore omogeneità - commenta Gabriella Marchioni Bocca, presidente Assomac e Simac Tanning Tech. Si tratta cioè di un aumento a macchia di leopardo sia per quanto riguarda i comparti, che per i mercati che per le stesse imprese. Riguardo a queste ultime è innegabile che si sia di fronte a un cambiamento strutturale del sistema competitivo e che richiede assetti e organizzazioni diverse dal passato. I dati delle esportazioni non lo rilevano, ma le nostre indagini ci dicono che è in atto da tempo una sorta di polarizzazione dimensionale tra le imprese. Le performance migliori sono quelle delle grandi imprese (fatturato maggiore di 10 milioni di euro) e quelle delle piccole imprese (fatturato tra 1 e 5 milioni di euro) mentre soffrono le micro imprese e quelle intermedie”.

La dimensione aziendale risulta quindi una chiave di lettura molto rilevante per interpretare il risultato economico delle imprese anche in relazione alle esportazioni. In altre parole, le imprese migliori sembrano dividersi in due gruppi distinti: le grandi, che certamente hanno le migliori performance, e le piccole, che a livello di redditività sono al di sopra della media.

“In un contesto così turbolento come quello attuale, sembra pagare una strategia di business che punta ad aumentare la propria dimensione operativa - commenta Amilcare Baccini, Amministratore Delegato di Simac Tanning Tech.  Le imprese più grandi, infatti, dispongono di maggiori mezzi, finanziari oltre che commerciali, per affrontare una molteplicità di mercati e definire politiche di marketing che oggi sono sempre più importanti in un mercato dove l’offerta e la competizione straniera crescono in modo consistente con prodotti a basso costo. Dall’altro lato, però, le piccole aziende,  che sono riuscite a superare il livello della micro impresa e che riescono a focalizzarsi in alcune nicchie tecnologiche, possono usufruire di agilità e flessibilità nella produzione e negli adattamenti delle macchine che sono riconosciuti e premiati dal mercato”.

A livello di mercati, invece, per i due comparti principali, si conferma una tendenza già registrata nel 2014: l’Europa risulta essere, sia per il comparto delle macchine per conceria che per quello per calzature, un’area mercato molto interessante.

Nelle macchine per conceria, l’Europa, che rappresenta il secondo mercato di destinazione con il 28,7% delle esportazioni italiane nel comparto, ha raggiunto nel periodo gennaio-novembre 2015 la quota di quasi 36,8 milioni di euro su un totale di quasi 129 milioni di euro. Rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, le esportazioni verso l’Europa mostrano una crescita del 24,5%, aumento che, per consistenza, stacca nettamente tutti gli altri mercati.

Per il comparto delle macchine per calzature tradizionali (escludendo le macchin per calzature sintetiche), invece, l’Europa fa registrare una sostanziale stabilità degli acquisti: a prima vista, ciò potrebbe far pensare a un risultato negativo anche in relazione ai forti incrementi avuti in altri mercati (Asia +32,1% e America +35,6%). Viceversa si tratta di un risultato notevole se si pensa che il mercato Europeo costituisce, con oltre 50 milioni di euro, oltre il 52,9% delle esportazioni totali (95,9 milioni di euro) nei primi undici mesi del 2015. Ulteriore dato che costituisce una spiegazione al risultato meno positivo del mercato europeo in questo comparto è il forte aumento nell’analogo periodo del 2014 (+18,3%) e quindi gli alti valori raggiunti in quel periodo, che costituiscono il punto di confronto con il 2015.

Nel comparto delle macchine per calzature, peraltro, si sta assistendo a una orientalizzazione delle esportazioni: la quota dell’Asia come mercato di riferimento sta crescendo in modo costante ormai da due stagioni. L’aumento del 32,2% del gennaio-novembre 2015 segue la crescita del 30,9% dell’analogo periodo del 2014 e ha comportato un'ulteriore erosione della quota del mercato europeo.

In questi dati, dunque, si leggono due diverse tendenze: da un lato la tecnologia segue in modo chiaro la produzione mondiale dei semilavorati e dei prodotti finiti, spostandosi in quei mercati dove maggiore è la domanda.

“Il fatto che aumenti la quota del mercato asiatico è senza dubbio una notizia positiva - commenta Gabriella Marchioni Bocca, presidente Assomac e Simac Tanning Tech. Ciò dimostra che la competitività delle nostre aziende si sta confermando anche in quelle aree in cui molte di esse sono presenti da anni. Dimostra anche che, nonostante una dimensione operativa che risulta inferiore ai nostri concorrenti stranieri, siamo comunque in grado di mettere in atto strategie commerciali internazionali efficaci”.

Il secondo elemento che emerge, tuttavia, è il fatto che, dopo anni, anche in Europa si sta tornando a investire nelle tecnologia per la calzatura e la conceria.

Il ritorno del continente europeo a comprare macchinari apre riflessioni interessanti sulla riallocazione della produzione a livello mondiale - afferma Amilcare Baccini, Amministratore Delegato di Simac Tanning Tech.  Non si tratta ovviamente di pensare che la globalizzazione abbia innestato la retromarcia, ma semplicemente che lo scenario sia connotato da una realtà complessa che merita da parte nostra un’attenta lettura. Ci dobbiamo infatti chiedere se questo ancora debole segnale di rientro di alcune produzioni non richieda soltanto nuova tecnologia, ma anche una tecnologia strutturalmente differente e se la componente di servizio pre e post vendita non diventi una leva competitiva essenziale proprio per questa nuova domanda che sta crescendo. Diventa sempre più evidente, ad esempio, che all’industria dei grandi volumi si stia affiancando un'industria che richiede rapidità, flessibilità e costi industriali anche nelle piccolissime serie”.

Al di là dei valori assoluti che esprime il nostro settore, sappiamo di rappresentare un anello importante della catena di valore del settore moda - conclude Gabriella Marchioni Bocca, presidente Assomac e Simac Tanning Tech. Il continuo scambio di idee con i nostri clienti ci permette di essere non solo fornitori di macchine ma anche partner di tecnologia, una tecnologia che ha come obiettivo quello di rendere industrialmente realizzabili le idee creative degli stilisti e dei direttori creativi. In questo aspetto il nostro Paese è riconosciuto leader assoluto: è proprio su questo che dobbiamo continuare a costruire il nostro vantaggio competitivo".